FUSIONISTI / CONSERVATORI. INSOMMA GENTE DI DESTRA
“La libertà di comprare, vendere e scambiare è tra le più antiche conosciute dall’essere umano. I consumatori decidono cosa comprare, i produttori cosa produrre e la competizione determina il prezzo.” Così Margareth Thatcher affermò nel discorso “La politica economica della libertà” del 21 agosto 1995. Mentre i progressisti conducono un popolo smarrito verso il baratro dell’odio sociale e le sue rischiose conseguenze, noi vogliamo credere che una speranza esista ancora, la speranza di realizzarsi tramite il lavoro in uno stato amico di chi produce e investe. Il grande Alexis de Tocqueville (un francese sgamato) disse “vuoi capire se un popolo è avvezzo all’industria e al commercio? Non guardare i suoi porti, il legno delle sue foreste o i frutti della sua terra. Cerca di comprendere se le leggi di questo popolo diano agli uomini il coraggio di cercare la prosperità, la libertà di inseguirla, il senso e l’abitudine di trovarla e la garanzia di raccoglierne il beneficio.”
“Le leggi di questo popolo” un mercato libero ma con delle regole giuste, quindi badate bene prima di urlare all’anarco-capitalismo.
I progressisti ci vogliono tutti uguali nella miseria, tutti dipendenti dall’elemosina di stato. Noi vogliamo un’Italia libera, nella quale la libertà economica potrà essere il mezzo attraverso il quale ricostruire una classe media superiore in numero ed in potere ai pochi molto ricchi e ai troppi troppo poveri.
NON è UN MONDIALE DI CALCIO
Ma è la nostra posizione nella classifica globale per la libertà economica. A penalizzarci, con un punteggio che è il peggiore tra i grandi stati europei, sono: la totale inefficienza della spesa pubblica che porta all’aumento del debito senza risvolti positivi sull’economia, la lentezza della giustizia che scoraggia gli investitori e, ovviamente, la tassazione elevata.
In Italia ci sono 23 milioni e 694 mila occupati. La domanda sorge spontanea: quanti sarebbero gli interessati dal salario minimo? 4 milioni di lavoratori.
I progressisti chiedono di mettere a rischio i salari di 29 milioni di italiani per aiutare una minoranza. Follia pura.
È urgente la necessità di tutelare questi lavoratori incrementando il loro reddito (sindacati non pervenuti) ma bisogna tutelare quella maggioranza di occupati che, in un sistema italiano tendente al ribasso, potrebbe vedersi ridurre i salari.
Il reddito di cittadinanza ha privato molti italiani dello slancio individuale verso la crescita, il miglioramento e il tentativo di arricchirsi. Ha inculcato nella testa di alcuni che spetta allo stato lenire, e non risolvere, le sofferenze di tutti, creando un’ indegna elemosina di stato.
I sussidi vanno cancellati e i soldi dei contribuenti (non esistono soldi pubblici) impiegati per sviluppare concretamente i servizi basilari necessari quali sanità ed istruzione.
IL TASTO DOLENTE
Nel 2022 sono stati erogati 320 miliardi di euro per coprire le pensioni di 16milioni di italiani a riposo. Una cifra da capogiro pari all’11,8% del Pil nazionale nonchè una spesa incrementata del 30,9% dal 2010 (Eh sì, solo 14 anni). Purtroppo non esistono soluzioni indolori e chi ve le promette, o peggio promette di aumentarvi la quiescenza, vi sta solo prendendo in giro. Ma non temete, la situazione è destinata persino a peggiorare: nell’ultimo anno, a fronte di 713 mila 499 decessi, i nuovi nati in Italia sono stati solo 392mila 598. Rispetto al 2008, 184.061 cittadini in meno.
Alla fine di questa spatafiacca di numeri e dati, capirete bene che meno nati significa minore copertura pensionistica, meno lavoro e quindi meno ricchezza.
Lo stiamo pensando tutti: ma le pensioni chi ce le pagherà?