conservatori irriverenti /leggi la rivista "Riformatorio!"
conservatori irriverenti fondatori del "Riformatorio!"
di
STEFANO CANZIAN
Per comprendere il confuso e ambiguo dibattito politico sul tema, è doveroso fare qualche passo indietro. Tra il 1963 e il 1990 in Italia sono state attive quattro centrali nucleari che consentirono all’Italia degli anni’60 di essere il terzo paese al mondo per la produzione di energia di derivazione nucleare, dopo Usa e Regno Unito. Questo primato venne però perso dopo il referendum abrogativo del 1987 e la tragedia di Chernobyl che influenzò l’esito di tale referendum. Il tema tornerà in auge circa vent’anni dopo quando, nel 2008, grazie ad un decreto del quarto governo Berlusconi, si predispone la preparazione di una “Strategia energetica nazionale”, con l’approvazione di normative e progettazioni volte a concretizzare questo obiettivo sul territorio nazionale. Questi provvedimenti spinsero l’allora partito Italia dei Valori a promuovere un’iniziativa referendaria, in seguito appoggiata da numerosi comitati, per abrogare le nuove norme e fermare il ritorno dell’energia nucleare nel nostro Paese. Il disastro di Fukushima in Giappone, erroneamente considerato di natura nucleare ed il suo l’utilizzo strumentale da parte delle forze politiche favorevoli all’abrogazione del nucleare e di certa stampa, portarono a profondi ripensamenti sul tema. Il referendum infatti si tenne nel giugno del 2011, nel pieno del “terrore atomico” che si era, ancora una volta, venuto a creare e la vittoria del no al nucleare fermò l’ambiziosa e lungimirante volontà nazionale sul tema. Da quel momento i piani per un possibile ritorno all’energia nucleare si sono bloccati e, attualmente, l’odierna crisi energetica sta spingendo l’Italia sull’orlo di un lockdown produttivo e industriale. A inizio 2021 è però stato pubblicato un importante studio sul tema, commissionato dal gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di cui fa parte Fratelli d’Italia e che ha tratto conclusioni nettamente favorevoli all’energia nucleare, promuovendo politiche e studi volti a rilanciare temi come l’indipendenza energetica. Non ultima, la decisione della Commissione Europea di inserire l’energia nucleare nella tassonomia europea, definendola “Fonte utile alla transizione ecologica”. Certo: nonostante ciò l’Italia resta uno dei pochi paesi europei senza centrali e l’unico del G7 e per arginare l’odierno caro energia e superare i referendum abrogativi del passato bisogna capire che questa partita è cruciale per l’Italia battaglia che, di conseguenza, si gioca anche sul fronte geopolitico europeo e mondiale. In questo senso, il nostro Paese dovrà ritrovare al più presto la sua indipendenza, e la volontà forte e ambiziosa di riconquistare la propria autodeterminazione e libertà energetica ed economica.
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STEFANO CANZIAN
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